Il cibo è un prodotto, un piacere e una necessità. Ma al di là di queste certezze, come possiamo presentarlo al meglio quando lo vogliamo proporre per la vendita al grande pubblico? Dobbiamo comportarci come quando tentiamo di pubblicizzare – per esempio – una borsa, un abito o un paio di scarpe?
Quali sonio i meccanismi che stanno alla base di una comunicazione reale, vivace e puntuale in tale ambito?
E il Web ci può aiutare in tale direzione? E se sì, in quale maniera e in quale misura? Sono solo i Social il canale più affidabile o è bene avere anche un bel sito?
Queste sono soltanto alcune delle tante domande che vengono poste in questo volume e per le quali si trovano -tra le oltre 200 pagine- accattivanti ed esaustive risposte, che ci inducono inoltre a riflettere sulla concezione che si ha oggi del food. Un settore molto ampio e variegato, fatto di mercificazione, made in Italy ma anche di grandissima internazionalità. Difatti pure nel nostro Paese, sebbene la cucina italiana sia considerata la più buona ed imitata nel mondo, sorgono un po' come funghi ristoranti etnici, cinesi e giapponesi e ciò indica quanto gli italiani amino sperimentare a tavola per conoscere sapori e odori ben diversi rispetto a quelli con cui sono cresciuti e sono avvezzi a rapportarsi nella loro quotidianità, all'interno delle loro case e delle loro cucine.
Il gusto va infatti alimentato ed educato un poco alla volta, così come la vista, per tentare di percepire al massimo grado la bellezza di ogni pietanza. Insomma, anche l'occhio vuole la sua parte!
Pertanto, come se in un ristorante notiamo se una pietanza viene impiattata bene oppure no, alla stessa e identica maniera, se un prodotto si presenta male difficilmente decideremo di acquistarlo. Facciamo un esempio pratico: quando andiamo al supermercato a fare la spesa, sovente notiamo le classiche offerte proposte, ma nel mentre soppesiamo la compera, se notiamo che la confezione o l'involucro sia rovinato o di non gradevole aspetto, talora decidiamo di non acquistarlo anche se il prezzo è piuttosto conveniente. Pertanto le aziende e le realtà che producono cibo oggigiorno devono necessariamente puntare anche a un packing di un certo valore, adatto -però- al target di riferimento a livello di consumatori. Se -per esempio- un prodotto è rivolto per lo più ai giovanissimi, è bene puntare su colori e design che possono attirarli e non su un'immagine che -invece- può essere maggiormente apprezzata da un adulto. E veniamo ora a parlare proprio all'immagine che è un aspetto che non deve mai e poi mai essere messo in un angolo polveroso!
Non basta -infatti- oggigiorno produrre qualcosa di qualità per vendere! Difatti se non si studia a tavolino con esperti del settore un buon piano di comunicazione, stiamo parlando chiaramente di marketing, si rischia di fare un clamoroso tonfo a livello di vendite. Il produttore, così come il distributore e il venditore, devono necessariamente pensare che ciò che propongono sia su larga scala che più ridotta, deve convincere pienamente l'acquirente sotto ogni punto di vista. Insomma, deve essere indotto all'acquisto in quanto crede che tale prodotto sia assolutamente adatto a lui piuttosto che un altro. Oggi esistono tantissime proposte anche nel settore food di uno stesso prodotto e pertanto se non si ha alle spalle una strategia di comunicazione adeguata e mirata si può rischiare di non ottenere grandi risultati a livello economico. E Ida ce lo spiega chiaramente tra le pagine in maniera professionale ma anche molto easy, facendo esempi pratici che possono pertanto rendere comprensibile a chiunque, dunque anche a chi non è del mestiere, che cosa sia realmente e concretamente il food marketing.
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