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Mini intervista ad Alessandro Baradel

Aggiornamento: 22 nov 2022

Alessandro Baradel accompagna il lettore all’interno di un noir dove nulla è come sembra. Con una scrittura intensa e fluida, l’autore mostrerà diverse realtà, portando chi legge indietro nel tempo. È proprio negli anni ’80 che la fantasia dell’autore trova spunto per questo romanzo fatto di sparizioni, amori tossici, depressioni e stati d’ansia.


Ci parli del suo romanzo Il sottile equilibrio della ragione

È nato da un desiderio di evasione, di fuga dalla realtà. Ci si trovava durante il primo lockdown per il Covid-19. Non si poteva uscire di casa se non per andare al supermercato a fare la spesa. Quella costrizione, dopo un po', era difficile da sopportare. Avevo bisogno di qualcosa che mi tenesse la mente occupata. Così, data la mia passione per la scrittura, iniziai la stesura del romanzo e, capitolo dopo capitolo, arrivai alla fine nel giro di qualche settimana. Fu di grande aiuto.


Che tipo di scrittore è?

Seguo molto il momento. Mi piace mettermi a scrivere quando sono ispirato. Non sono come tanti scrittori che con invidiabile disciplina riescono a scrivere anche quando non ne hanno voglia. Molti, con metodo e disciplina, si impongono di scrivere almeno un certo numero di pagine al giorno. Beati loro. Io, non ci riesco. Mi capitano dei giorni in cui butto giù un fiume di parole e altri in cui mi riesce ben poco.


Dove è ambientato Il sottile equilibrio della ragione?

La storia è ambientata a Parigi, una città che ho visitato e che adoro. Non so spiegarmi il perché, ma è davvero la città degli artisti. In qualche modo, come per magia o sortilegio, ti strega e ti ispira.


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