In attesa dell’uscita del secondo album, arriva il nuovo lavoro di Netri e i Laredo, “Finalmente ti manchi”, un singolo in cui ricorre uno dei tratti distintivi della band, già evidente in “Sogni di Periferia”: la volontà di mantenere un filo narrativo, una liason tra tutti i brani di uno stesso album, che è concepito così come una sorta di libro in note. Analogamente, per la nuova release, il quadro si compone già a livello iconografico a partire dalle stesse cover: le due copertine diventano dei tasselli di un puzzle che si disvelerà nell’album.
Segnando le tappe di una evoluzione tematica precisa, dalla regina guerriera “triste mai”, la copertina di “Finalmente ti manchi” ci mostra una donna di carattere, che come l’araba fenice risorge da ogni difficoltà e rinasce più forte di prima.
Raffigurazione visiva del concept del brano stesso, che delinea il dramma della convivenza con disturbi di natura psicologica, nel caso specifico di tipo alimentare, ma che in realtà si
estende liricamente abbracciando ogni forma di patologia e difficoltà, anche esistenziale, con un messaggio chiaro e importante: attraverso l’accettazione del problema si compie il primo passo verso la “guarigione” e la rinascita. “Finalmente ti manchi” è un brano pop/rock, un mid tempo in cui basso e batteria danno nella strofa un andamento sincopato, per sfociare in un ritornello lineare e diretto. Ci racconta di più Riccardo Netri (front man della band).
Come nasce “Finalmente ti manchi”?
Dal testo, spontaneamente, proprio durante la stesura dell’album, nel ricordo di una persona resa fragile dalla sua problematica, ma che era riuscita a trovare dentro se stessa una forza, quasi impensabile, per superare tutte le difficoltà. Questa nostra realtà frenetica basata sul raggiungimento di obiettivi e del successo a tutti i costi riesce benissimo a mettere in risalto tutti i nostri limiti e tutte le nostre debolezze e difficoltà di una vita della quale spesso non riusciamo più ad avere il controllo. Conoscere le proprie debolezze ed accettarle significa, in fondo, accettare noi stessi ed iniziare un processo di rinascita e miglioramento della propria qualità di vita. Il video arriverà molto presto, quindi seguiteci…
Cosa ha diverso il nuovo album dal precedente?
L’album precedente “Sogni di periferia”, era il primo album di rock in italiano dopo l’esperienza hard rock con scrittura in inglese, per cui era forse meno maturo di questo secondo lavoro. Spaziava dal rock più stradaiolo fino ad arrivare ad alcune ballate sognanti, passando da sfumature punk e alternative rock. Per ciò che riguarda i temi affrontati dalle canzoni, c’erano classiche storie rock di amore, sesso, libertà, sogni, rivalsa verso la vita, evasione dalla realtà, il tutto visto e raccontato in modo alle volte serio ed onesto ma anche in modo scanzonato ed ironico.
Le canzoni di questo secondo album sono figlie di un periodo difficile di pandemia e isolamento, i testi sono più forti, a volte crudi . Per quanto riguarda la musica non ci simo voluti legare ad un genere, anche se la matrice è rock, abbiamo voluto modernizzare il suono e non porci limiti negli arrangiamenti scegliendo di volta in volta l’abito musicale
che vestisse perfettamente il testo ed aiutasse ad esaltarne il significato. C’è un legame sottile fra i due album, tutti e due terminano con una ballad che parla d’amore.
Progetti futuri?
Siamo musicisti semplici, ci basterebbe riuscire a finire l’album, pubblicarlo e promuoverlo anche in sede live.
Ph. Chiara Sardelli
Artwork: Carlo Montanari Brand Identity Maker
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